29 gennaio 2008

Sempre a proposito di fame...

Ieri, dopo tanto tempo, ho scritto dell'ultimo ristorante in cui sono stata.
Oggi scrivo di un libro che proprio ieri ho avuto modo di leggiucchiare per la prima volta. Una bellissima sensazione, alla vista e al tatto, tenerlo tra le mani, per la carta, il formato, le illustrazioni e, ovviamente, il contenuto.
Si intitola Scrittori à la carte, lo pubblica la neonata Aìsara e, ahimè, il suo paparino si nasconde dietro il nome di fantasia -sì, insomma, uno pseudonimo- Gustavo (!) Pratt.
Di cosa parla? E' presto detto. Trattasi di ricette della tradizione sarda raccontate dai più importanti scrittori sardi contemporanei, come Salvatore Niffoi, Milena Agus, Gianluca Floris e tanti altri ancora. Anzi. Sarebbe meglio dire raccontate alla maniera dei più importanti scrittori sardi, visto che i brani nascono dal genio, va ammesso, di tal Gustavo Pratt. E' praticamente impossibile distinguere l'originale dalla copia.
Ecco una prova:

Parfait di mandorle con salsa di cioccolato fondente.
Nonna è in cucina che pesta le mandorle. E con che energia! Lei dice che ci vuole il mortaio di marmo, altrimenti la magia del suo dolce non viene.
- E qui mi fermo per non rovinarvi il piacere la lettura-

Sapreste dirmi chi l'ha scritta? Si, proprio lei, la Milena Agus del riuscitissimo Mal di Pietre.
Questo è solo un'assaggio -mi compiaccio per la scelta- delle tante ricette presenti nel libro.
Lettura, quindi, consigliata a forchette piene!

Ps: Riusciremo mai a scoprire la vera identità del sig. Pratt?
Pps: Complimenti anche al sig. Giorgio Podda per le illustrazioni!


E' nato Chi è Gustavo Pratt, alla ricerca di uno scrittore ignoto.
Articoli, presentazioni e una simpatica caccia all'autore.
Buona lettura!


28 gennaio 2008

ElDorado- Gnarlys Cabana 0-1


Mi sa che è da tanto che non faccio un resoconto delle mie abbuffate, vero?
Rimediamo.

Sabato mi sono concessa un extra, il cibo messicano.
La mia meta messicana, sino a sabato, era sempre stata el ElDorado, nel Corso Vittorio Emanuele; questa volta invece - consigliata chissà da chi- mi sono decisa a provare il Gnarlys Cabana, in via Tasso, esattamente dietro il negozio di HiFi. Basta il tempo di mettere un sol piedino dentro il locale per notare la prima di tante differenze tra i due ristoranti. Infatti, mentre ElDorado ha uno stampo Tex-Mex, con arredi a mò di saloon, il Gnarlys ricrea un ambiente messicano a tutti gli effetti. Niente cowboy e cactus sui muri, ma colori in contrasto, rosso e rosa su tutti, geometrie ed "arte" azteca. Più luminoso e capiente il primo, più rustico e soft il secondo. Un'altra grande e importante differenza è quella dei menù. Al Gnarlys si ha la possibilità di scegliere tra uno di impronta più tradizionale -che tra i tanti piatti propone i vari quesos fondidos, enchiladas e chili- e uno innovativo che rielabora la cottura del pesce in chiave messicana, senza dimenticare dolci speciali, caffè e rum. Al ElDorado, invece, si può scegliere tra fajitas, grigliate e, cosa assolutamente assente al Gnarlys, hamburger & co. E' una differenza, quella della scelta dei menù, che durante e dopo la cena si fa sentire. I piatti del Gnarlys mi son sembrati più leggeri e digeribili rispetto a quelli del ElDorado, ho avuto come l'impressione di mangiare a casa dal primo e mangiare ad un fastfood dal secondo, che non è necessariamente un difetto, solo decisamente diverso. Nella scelta dei piatti ho dovuto farmi consigliare dai padroni di casa, la scelta è davvero esageratamente vasta! La nostra cena - mia e di chissà chi altro- si è basata, solo per cominciare, sul queso fondido con jalapeno e frijoles maneados ovvero formaggio fuso con jalapeno (peperoncino tipico messicano) da gustare con i nachos e una crema di fagioli rosa da spalmare su tortillas di frumento. Delizioso e abbastanza piccante il formaggio, normopiccante la crema. Per completare la cenetta ci sono stati consigliati l'enchilada e il puchero al cocco, pesce cotto nel latte del cocco e condito con un'ottima crema piccante. Anche in questo caso, qualità eccezionale.
I dolci meritano anch'essi un'attenzione particolare, soprattutto le espumas, fiocchi di ricotta aromatizzata, che stupiscono nonostante la leggerezza.
Insomma, merita una visita.
Io sicuramente riandrò presto ad assaggiare gli altri piatti che, per ovvi motivi di capienza, non ho avuto modo di gustare. Anche perchè a conti fatti, si spende esattamente quanto al ElDorado.

Vi consiglio di visitare il sito, anche se certe sezioni sono ancora in costruzione, per farvi un'idea del locale, del menù e, soprattutto, dei prezzi!

Buona mangiata a tutti!

Ps: Ultimissimo consiglio! I coperti sono pochi, vi conviene prenotare!
Pps: Il barman è uno dei migliori in circolazione a Cagliari. Ex Paillotte prima dello scempio, ex Iguana's e non so ex cos'altro! Fidatevi :)



26 gennaio 2008

L'orca Lorca

Ieri ho trascorso una bella serata assieme alla mia dolce metà. Non per il cibo, niente di eccezionale, ma per la compagnia a dir poco superlativa.
Sequenza descrittiva.

- Sai, quella di ieri è stata una bellisima serata!
- Pina, quanto e cosa hai mangiato?
- Stronza.
Sequenza dialogica.

Questo è quello che ogni insegnante d'italiano si troverà, prima o poi, a dover spiegare ai suoi alunni. Quello che nessun insegnante spiega, se non forse all'alberghiero, è che con un buon mixer -io ad esempio ho quello moulinex, fresco di natale- si possono creare sequenze assolutamente strampalate.

Esempio.
Ieri, in compagnia della mia dolce metà, ho trascorso una bellissima serata. I motivi? Tanti.
Punto -che brutta macchina- primo. E' stata la mia prima uscita serale dopo giorni e giorni di pseudomalattia.
Punto - quella color ruggine decappottabile che vedo spesso in giro poi!- secondo. Ho avuto modo di aggirare la odiatissima dieta e gustarmi, oltre a tanto altro, delle caldissime calde calde da Rosso Pomodoro. Raccontare l'aneddotto in questo caso è d'obbligo. Ho ordinato, dopo mesi di astinenza, le caldissime fritelle -senza buco, d'altronde non son ciambelle- con fondutissima nutella spiaccicata sopra. Le adoro -embè? Non è mica così scontato!-
Nutella + dolciume fritto = Intoppo. Mentre, devo ammettere già in piena estasi, decido di porre fine alla sofferenza sul piatto gelido della seconda,
scopro che la poveretta non è cotta al punto giusto e così anche la terza e ultima. La mia disperazione viene presa in carico da una giovane e gentilissima cameriera, che nel portarmene immediatamente altre tre, mi dice:
- Son proprio piaciute, eh? , anche se secondo me era più un neh littizzettesco, dannata tv.
Optando per la procedura "uniformarsi all'ambiente circostante" divento rossa come neanche i pomodori di mio zio e non riesco a farle notare che non ho chiesto affatto il bis -per quanto possa sembrar strano- e che quindi non è come pensa lei, davvero, non sarei mai capace di arrivare a tanto.
Punto -la nuova convince poco poco di più- terzo. Il dopo pizza verace, il dopo cocacola come sempre esageratamente gassata con tutto quello che, ahimè, ne consegue, il dopo quasi bis di calde calde, il dopo lunghissimo caffè con cioccolatino - lo immagino, l'incubo di Hoffman se anzichè Kimbo fosse stato Vergnano - , dopo tutto questo è arrivato il momento migliore, o peggiore, punti di vista. Il punto terzo. Il momento letterario. Candidamente confesso di desiderare un'edizione dignitosa de Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hide e di Uno, Nessuno e Centomila.
Perché mi piace leggere il teatro e mentre lo dico, per essere più convincente, spiego che adoro il teatro di Lorca ma Lorca poeta no, non l'ho mai capito.

Lorca poeta.

L'orca poeta.

Mentre lo dico io e la mia dolce metà pensiamo a un'orca con l'alloro in testa che scrive di

Verde que te quiero verde.
Vierde viento. Verdes ramas.
El barco sobre la mar
y el caballo en la montan(dannata tastiera senza "egne")a.
Eccettera eccettera eccettera.

Ridiamo come bambini all'immagine di un'orca letterata. Mi rammarico di non saper creare nulla di artisticamente valido da una matita che scivola su un foglio a quadri perché, sono sicura, sarebbe una vignetta spassosissima. No, non bianco, io uso solo fogli a quadri, piccoli, medi o da 5 mm non ha importanza, purché siano quadri. E' una vittoria del segno zodiacale che morosamente vive dentro di me, quella del foglio a quadri. Sul foglio bianco scrivo storta come se avessi l'atropina agli occhi. Su quello a righe rimane troppo spazio tra l'una e l'altra e no, non mi piace. Quasi quasi ci provo a farla, con il mio tratto da bambina al secondo anno d'asilo. O forse no. Boh.
Se cercassi un foglio a righe non lo troverei, tra i mille e più di mille quaderni che ho accastati in casa, frutto di passati impulsi pro-shopping cancelleristico che a confronto la Kinsella non sa di cosa parla.
Sequenza ottenuta passando gli ingredienti al mixer, lama da trito.

Sono le 01.50 del mattino.
Devo ricordarmi di non bere più caffè dopo che ho dormito per tutta la sera.


PS: Topic del 26 gennaio, su www.lelecorvi.com. Calza a pennello. O a puntino. Come cotto. Scegliete voi.

22 gennaio 2008


Sono le 12.52 di un ventosissimo 22 gennaio.
Sono le 12.52 eppure ho come l'impressione di essere in grado di eleggere la notizia migliore della giornata con larghissimo, quasi slabbrato, anticipo.Niente a che fare con i Prodi in bilico, le borse in picchiata o il Fiorello che fa felici i signori Rai. Nossignore.La fascia va al sig Jeremy Paxman e alle sue, sulla bocca di tutti, mutande. Mi chiedo: in Inghilterra a quanto pare non si parla d'altro ma qui da noi è proprio necessario farlo? Su, su!

Per dovere di cronaca, questa è la notizia apparsa su Reppublica.it

21 gennaio 2008

Surname, please?

E' da qualche tempo che mentre leggo i quotidiani o distrattamente osservo i telegiornali mi imbatto in articoli e servizi sulle imminenti, ma neanche tanto, presidenziali statunitensi. Ieri durante il Tg1 mi è sorto un dubbio: la signora Hillary come si chiama realmente? Hillary è ok, ma poi? Non sarà mica nata Clinton! Ho quindi cercato informazioni e ho ahimè scoperto che neanche sul sito ufficiale della signora Hillary - trovo inutile riportare il link perchè è fin troppo facile trovarlo!- viene citato il suo vero surname... Nella Hillary's story si fa riferimento a lei con un informalissimo Hillary e nient'altro dopo. Il che a quanto pare ha pure portato tanti suoi concittadini a far notare quanto possa essere poco presidenziale l'utilizzo del solo nome, soprattutto da parte sua, avendo Bill durante il suo mandato fatto del cognome un vero e proprio marchio di qualità.
Per scovare il suo vero cognome ho dovuto frugare tra siti di case editrici che pubblicano una sua biografia, come l'ovviamente americana Simon & Schuster che di libri di e su Hillary ha un catalogo fin troppo vasto, e, ovviamente su Wikipedia. Ho scoperto che Hillary in realtà si chiama
Hillary Diane Rodham.
Ho anche scoperto che è diventata Clinton dopo soli tre anni di matrimonio perchè, così ho letto e chissà se è vero, Bill aveva perso dei voti proprio perchè Hillary di farsi chiamare Clinton proprio non voleva sentirne. Provincialissimo pettegolezzo a stelle e striscie.